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Adotta una Barbatella

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COS'E' UNA BARBATELLA?

Il Made in Italy ritrova le barbatelle, ma cosa sono?

Una delle prime cose che si impara quando si decide di realizzare un vigneto è che ciò che si pianta non è una “piantina”, una “piccola vite” o magari già un “alberello” fatto e formato, bensì una barbatella appena nata.

Ma cos’è la barbatella?

Barbatella Pinot Nero
Pianta Pinot nero al primo anno

Le barbatelle vengono prodotte in vivai specializzati e si ottengono da una vite adulta (la pianta madre), da cui viene prelevato un piccolo tralcio; successivamente questo tralcio viene interrato in particolari casse contenenti morbido terreno di coltura che viene innaffiato affinché dall’estremità tagliata si sviluppino le radici, la cosiddetta “barba”. Tutto ciò è possibile grazie alla grande capacità della vite di rigenerarsi.

Una volta sviluppate le radici, il tralcio iniziale divenuto Barbatella è autonomo a tutti gli effetti e può essere messo a dimora con i suoi simili per creare il futuro vigneto. 

Ma le barbatelle si devono innestare, cioè occorre inserire una gemma del vitigno di cui si vuole produrre l’uva, ciò significa che sono ottenute dall’unione di due tralci distinti innestati tra di loro. La parte inferiore, detta portinnesto, è quella dalla quale si genera l’apparato radicale mentre la parte superiore, definita nesto o marza, o ancora gentile, costituisce la chioma, ovvero la parte che darà i frutti

LA BARBATELLA

La barbatella: un grande vantaggio per il vigneto

Il vantaggio di utilizzare delle barbatelle già innestate rispetto all’utilizzo del seme è quello di una vite produttiva in anticipo, ma principalmente con il portinnesto si possono adattare le future viti alle caratteristiche del terreno: se il terreno è umido o siccitoso il portainnesto è diverso ma la gemma sarà la stessa, così il vigneto sarà produttivo in maniera uniforme. In pratica il portainnesto ha assunto il ruolo di mediatore tra ambiente pedoclimatico e caratteristiche varietali.

In realtà, tutto derivò dalla “filossera” un insetto di provenienza nord-americana che distrusse il patrimonio vinicolo europeo nel 1800 (150 anni fa), ma poi si trovò un rimedio: l’apparato radicale deve essere costituito da una vite resistente al parassita (vitis rupestre) e la chioma dalle nostre varietà pregiate (vitis vinifera). Questo è il motivo fondamentale per cui ancora oggi le barbatelle sono innestate, ovvero per rendere la pianta più resistente alla temibile fillossera.

Le barbatelle vanno messe a dimora nel vigneto a cui sono destinate durante la primavera, quando la terra scaldata dal sole è pronta ad accogliere un nuovo fertile ciclo di vita.

Poter contare su un vigneto uniforme, sano, produttivo e longevo è quanto chiedono i viticoltori di tutto il mondo ed anche i loro clienti. Iniziare con una barbatella di qualità è ineludibile!

ADOTTA UNA BARBATELLA

Il progetto “ADOTTA UNA BARBATELLA” consente a chi vive in città, o comunque distante dalle zone, di partecipare alla magia della produzione dei vini secondo processi naturali, nasce da un gruppo di persone fortemente legate a questo territorio, con l’intento di offrire in modo innovativo la possibilità di scoprire, conoscere e godere delle eccellenze di uno dei territori italiani più belli e meno conosciuti.

Il nostro obiettivo è valorizzare e favorire la conoscenza dei piccoli produttori di grande qualità, le giovani imprese vinicole.

Non siamo un portale di vendita on line di prodotti puri e semplici, ma con l’adozione vogliamo invitarti a visitare, vivere e conoscere la terra del Monferrato e delle Langhe. Scegliendo di adottare un’eccellenza del territorio, riceverai un attestato di adozione, potrai inserire il  nome personalizzato (tuo o della persona a cui l’hai dedicata) sul tutore che sostiene la barbatella che hai scelto, riceverai a casa una parte del prodotto a te destinato le informazioni sull’eccellenza adottata.

Sarai informato periodicamente sull’andamento del vigneto e sulle fasi della lavorazione del prodotto adottato, potrai anche scegliere di partecipare attivamente alle attività in vigna ed in cantina (potatura, vendemmia, ecc.) e quindi potrai contribuire attivamente alla migliore riuscita del prodotto che sarà poi disponibile al ritiro direttamente presso i produttori.

Visiterai i produttori per ritirare direttamente la tua quota di prodotto. Da oggi avrete un motivo in più per venire a scoprire e godere di questo magnifico territorio.

TIPOLOGIE DI ADOZIONE

Disponibili le barbatelle di Pinot Nero, la miglior base per creare spumanti metodo classico di qualità.

Adozione base” con il quale verrà apposto il nome a cui è dedicata sul tutore della barbatella scelta, la visibilità sulla crescita del vigneto, con news, foto e filmati. Le informazioni generali e specifiche sull’andamento dell’annata vitivinicola; una barbatella aggiuntiva che sarà messa a dimora presso un nuovo vigneto; il diploma di riconoscimento dell’adozione; un piano di sconti per l’acquisto dei prodotti scelti, sia presso l’azienda che tramite spedizione al domicilio.

Vigneto con barbatelle al primo anno
Tante barbatelle da adottare

Adozione premium” tutto quello previsto nel pacchetto base ed in più: sarete lieti ospiti per una visita in vigna, durante la quale verrete guidati in una degustazione di spumante e altri prodotti della vigna.

Adozione deluxe” nel quale è prevista la consegna di due bottiglie del nostro miglior vino spumante metodo classico (eventualmente con etichetta personalizzata) e una magnum o un’altro vino a vostra scelta dal nostro catalogo di prodotti. Durante la visita verrà offerto un tour della vigna ed un aperitivo per due persone con degustazione del vino delle nostre migliori annate.

PINOT NERO

Pinot Nero

Il Pinot Nero, o Pinot Noir, è il vitigno rosso per eccellenza originario dalla Borgogna in Francia che resta il maggior produttore al mondo di questo vitigno che molti considerano il miglior vigneto di uve rosse in assoluto.

Presente anche nella regione di Champaigne dove, insieme allo Chardonnay e, in piccola misura al Pinot monier, costituisce la base per la produzione degli Champagne, oltre alle sue eccellenti produzioni francesi, il pinot nero da origine a straordinari vini anche in Italia, nei Balcani, in Ungheria, Sud America, California e Oregon e sino in Nuova Zelanda.

In particolare in Italia ha trovato un ambiente ideale in Trentino, nell’Oltrepò Pavese, oltre che in Piemonte per realizzare vini rossi di grande eleganza ma principalmente per la produzione di spumanti di qualità.

Il vino rosso prodotto da questo vitigno è solitamente elegante e generoso, non molto carico di colore ma è caratterizzato da forti tonalità di fondo di terra, a piena maturazione può essere vinificato in bianco, con profumo fruttato e persistente  Se raccolto precocemente e vinificato in bianco o rosato, rappresenta la base ideale per i vini spumanti a cui garantisce le note fruttate e la persistenza.

Al gusto i vini prodotti da pinot noir forniscono sensazioni iniziali, terminate le quali si scopre un aroma secondario fruttato, principalmente di ribes rosso, fragola selvatica e talvolta di ciliegia e un retrogusto lievemente tannico.Il vitigno pinot nero è coltivato in Italia in due diverse varietà: una prima si presta maggiormente ad essere vinificata in rosso ed è formata da piccoli acini che a sua volta compongono grappoli insolitamente piccoli e molto compatti.

Produce un vino rosso molto gentile che può variare notevolmente a seconda dell’annata indipendentemente dall’ubicazione geografica in cui è impiantata. Il processo di vinificazione è decisamente complesso e rappresenta una vera e propria sfida per gli enologi italiani che non sempre ottengono un’ottima annata e con risultati  soddisfacenti e tali da giustificare i notevoli sforzi produttivi.

Dalla vinificazione in rosso del Pinot Nero otteniamo un colore rosso rubino tendente al granato più o meno intenso. Il suo profumo è davvero inconfondibile ed evoca aromi fruttati e persistenti. Al gusto può esprimersi in sapori secchi o asciutti, vinosi e lievemente tannici e dotato di un retrogusto analogo.

Si riconosce con estrema facilità grazie al suo inconfondibile profumo di ribes, mora e lampone, dal suo gusto estremamente elegante e dal suo alto grado di bevibilità: in tal senso inoltre si ottengono dei risultati davvero notevoli invecchiandolo in Barrique.

La seconda varietà di Pinot nero si presta meglio per essere vinificata in bianco e da cui, a seconda che venga portata a piena maturazione o raccolta precocemente si ottiene:

  • un vino di un colore paglierino molto intenso, con un profumo fruttato e persistente, e al sapore risulta secco, armonico e caratteristico. La gradazione minima prodotta è di 11,5 gradi mentre l’affinamento obbligatorio è di tre mesi, per poi poter essere messo in bottiglia;
  • un vino ideale per comporre una base ottimale per la produzione di uno spumante di notevole corposità e longevità, che seguirà il processo di spumantizzazione secondo il metodo classico o il Charmat.

Gli abbinamenti cambiano a seconda dell’area geografica in cui ci troviamo ma possono includere primi come ad esempio gli gnocchi conditi con un formaggio come la fontina, secondi di carne quali arrosti o formaggi come la robiola o il caprino.

Anche in questo caso la gradazione minima è di 11,5 gradi mentre per quanto riguarda la vinificazione in rosso l’affinamento obbligatorio è di sei mesi.

Gli abbinamenti in questo caso sono davvero i più disparati e vi citiamo solamente la polenta, i formaggi e i secondi di carne.

GAVO o CORTESE

Cortese di Gavi

Il Cortese di Gavi è un vitigno autoctono di antico provato stanziamento nella zona, da cui deriva un ambientamento ed un adattamento plurisecolare al terreno e al clima.

La vocazione vitivinicola del Gaviese ha origini antiche, come testimonia il primo documento conservato nell’Archivio di Stato di Genova, datato 3 giugno 972. Vi si parla dell’affitto da parte del vescovo di Genova a due cittadini gaviesi di vigne in località Meirana.

Il primo riferimento a impianti di “viti tutte di cortese” si riscontra nella corrispondenza tra il castello di Montaldeo e il marchese Doria, nel 1659. Nel 1798 il conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, redige la stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese e cita il Cortese nella forma dialettale Corteis affermando che: “ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva“.

Oggi il GAVI o Cortese di GAVI è un vino DOCG prodotto nella zona  che, ai tempi della Repubblica di Genova, era denominata “Oltregiogo”, nella parte sud-orientale della provincia di Alessandria,

L’orografia collinare dell’area di produzione, la prevalente esposizione a nord-ovest sud-est, nonché la pendenza che aumenta con l’approssimarsi della fascia appenninica, concorrono a determinare un ambiente particolarmente vocato per la coltivazione dei vigneti del “Gavi DOCG”.

Il terroir dal punto di vista geologico si divide in tre fasce: a) le terre rosse; b) un’alternanza di marne e arenarie; c) marne argillose bianche. L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 150 e i 450 m s.l.m. . Il Gavi, inteso come territorio e come vino, è espressione di peculiari condizioni pedoclimatiche che ne aumentano il fascino, ma anche la ricchezza di gusto e profumi che la terra vi trasferisce.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Gavi è localizzata in provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di Bosio (frazioni Costa Santo Stefano e Capanne di Marcarolo), Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi (frazioni Monterotondo, Pratolungo e Rovereto), Novi Ligure, Parodi Ligure (frazioni Cadepiaggio e Tramontana), Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo.

Vinificazione ed affinamento.

Nelle fasi di vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti della zona atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità.

Le pratiche enologiche di vinificazione del Vino DOCG Gavi prevedono, tra l’altro, che:

  • La resa massima dell’uva in vino non dovrà essere superiore al 70%. Qualora tali parametri vengano superati entro il limite del 5%, l’eccedenza non ha diritto alla DOCG. Oltre detti limiti decade il diritto alla DOCG per tutto il prodotto.
  • Nel rispetto della % di resa uva/vino e in presenza di determinati requisiti di coltivazione può essere menzionata la dizione “Vigna“.
  • Le tipologie “Riserva” del vino DOCG Gavi devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento, come segue:
    • Riserva: 12 mesi di cui 6 di affinamento in bottiglia;
    • Riserva Spumante Metodo Classico: 24 mesi di cui 18 di affinamento in bottiglia.

 

 

 

 

 

 

VITIGNI RARI

Nibiö dalla Picùla Rùsa

Il Nibiö è innanzitutto un vitigno, anche se alcuni lo classificano come una varietà di dolcetto, un tempo particolarmente importante per la finezza del vino ottenuto, che presenta dei grappoli più piccoli e spargoli, dal peduncolo rosso.

Ora è allevato secondo la tecnica del Guyot rigorosamente in collina ed alle più alte quote, ha caratteristiche di scarsa produttività che avvantaggia la qualità dell’uva e del vino: minor quantità per ettaro è sinonimo di miglior qualità.

Il suo profumo complesso di bacche e frutta matura, i suoi tannini che avvolgono piacevolmente il palato, un gusto intenso ed armonico, la sua grande eleganza, ne fanno un vino di particolare pregio che conquista subito coloro che lo assaggiano.

Nibiö nasce da una vecchia varietà di uve ad acino piccolo e raspo rosso, è stato recentemente riscoperto e rivalutato tra le produzioni d’eccellenza poiché́ fortemente strutturato ed adatto all’invecchiamento.

Questa antica varietà di vitigno, coltivata su suolo argilloso delle colline da secoli votate alla viticultura delle terre un tempo della Superba ed ora del Monferrato che si incuneano nella Liguria e dove i paesi ancora hanno i nomi che ricordano l’antico dominio, dona un vino di un rosso rubino intenso, dagli aromi di spezie uniti ad un gioco di frutti e fiori di notevole finezza ed impatto. Il pepe, la vaniglia, il tabacco si fondono con i sentori di frutti rossi.

“Carialoso”

Questo singolare Vitigno a bacca bianca, diffuso principalmente nelle zona della provincia di Alessandria e di Novara, le cui origini sono comunque incerte, anche se la teoria più diffusa è che derivi dalla Liguria, infatti presenta delle analogie con Pigato e Vermentino, rappresenta un patrimonio ampelografico prezioso da non perdere e che offre al Territorio un ulteriore spunto di Tipicità.

Quello che si ottiene dalla vinificazione dell’uva di questo vitigno è un Vino dal colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli, che colpisce per la sua originale connotazione aromatica: subito emergono dei gradevoli sentori di camomilla che si fondono con profumi che ricordano le erbe aromatiche, il tutto arricchito da note fruttate fresche di melone ed agrumi.

In bocca sfoggia tutta la sua piacevole semplicità, di medio corpo, tenore alcolico contenuto, con il comparto acido/sapido in grande evidenza, caratteristica quest’ultima tipica del “Caricalasino“, con un finale molto minerale accompagnato da un retrogusto leggermente agrumato.

Questo è un Vino che deve essere apprezzato per la sua originalità e per la gradevolezza, non viene prodotto per vincere premi, ma è in grado di regalare nel quotidiano ottime soddisfazioni nell’abbinamento a tavola, con il pregio di saper regalare sensazioni organolettiche particolari ed accattivanti ritrovate dai tempi antichi per tutti noi.

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